«Emilia Romagna, Marche e Ischia: non è allarme ma negligenza ed omissione. Il cambiamento climatico si affronta realizzando opere per la messa in sicurezza del territorio»
di Gianluca Piacentini
Quale messaggio civico ci manda l’art.9 della Costituzione soprattuto dopo la riscrittura avvenuta alla fine della precedente legislatura?
“L’articolo 9, nella sua forma estesa, rappresenta la presa di coscienza del significato profondo della tutela ambientale. L’ambiente non è soltanto un patrimonio sociale ed economico, ma ha la stessa dignità intellettuale della cultura e della ricerca scientifica.
Qualunque ecosistema è governato da leggi di natura che non possono essere infrante senza provocare disastri. Le alluvioni che hanno colpito la Romagna nel maggio scorso non sono l’ennesimo drammatico allarme inascoltato che in qualche modo tradisce l’art 9 della Costituzione? “Gli eventi dell’Emilia Romagna hanno seguito, a breve distanza di tempo, quelli che si sono verificati prima nelle Marche e poi ad Ischia. Abbiamo assistito a situazioni alluvionali anche in passato, ma è la prima volta nella storia riportata nell’archivio meteorologico italiano che fenomeni del genere si ripetono con una tale frequenza. Si può parlare di allarme quando si preannuncia un evento che dovrà accadere. Se l’evento si ripete insistentemente, non si tratta più di allarme ma di negligenza ed omissione che confligono con lo spirito dell’articolo 9”.
I cambiamenti climatici non impongono una svolta nella gestione dell’economia e del territorio?
“Nel 2018 è stato pubblicato un articolo considerato il fondamento della nuova scienza di adattamento ai cambiamenti climatici. Ciò implica due considerazioni: 1) che la comunità scientifica è compatta nel ritenere i cambiamenti climatici un fenomeno fisico in corso di svolgi- mento; 2) che l’unica maniera di affrontarli consiste nel realizzare opere per la messa in sicurezza del territorio in modo da minimizzarne gli effetti. Ignorare o anche sottovalutare la por- tata dei cambiamenti climatici sarebbe come di- sconoscere il teorema di Pitagora”.
Perché non si è riusciti ancora a far comprendere che le politiche green sono convenienti per l’economia, le imprese e la creazione dei posti di lavoro?
“I motivi possono essere vari. Forse il principale è l’atteggiamento conservatore di molte grandi aziende italiane, ispirate al motto che “una squadra vincente non si cambia” e per vincita, ovvia- mente, si intende il profitto. Questo motto non tiene in considerazione che anche i migliori giocatori invecchiano e che nuove condizioni di gioco impongono nuove strategie di adattamento. Al crescere dell’impatto sull’ambiente e al diminuire delle risorse disponibili, la nuova strategia industriale non può che essere di ade- guarsi alle nuove esigenze ed opportunità offerte dall’economia verde”.
La gestione del territorio e dei servizi, dalle città alle grandi aree agricole, possono rendere popolari le politiche sulla transizione energetica e quindi più convenienti rispetto ai costi umani, sociali, economici delle tragedie provocati da alluvioni, inquinamento e frane?
“Gli interventi di rinaturalizzazione del territorio riscuotono il consenso della maggioranza, spesso l’unanimità, dei cittadini quindi il consenso sociale di queste politiche è altissimo, come indicano tutti i sondaggi svolti su questo argomento. Nel settore energetico, da una parte la dipendenza dal gas russo, resa evidente dalla crisi Ucraina, dall’altra il raggiungimento della greed parity di varie fonti energetiche rinnovabili, hanno mostrato la convenienza anche economica del passaggio alla produzione energetica sostenibile. Se a questo si aggiunge l’evidenza dei rischi indotti dagli eventi estremi e dalla contaminazione dell’aria e delle acque non ci può essere dubbio del favore della popolazione verso politiche di transizione energetica”.
Si può fare impresa rispettando i dettami dell’art 9 della Costituzione e promuovere un grande patto capace di ridurre i fattori alteranti del clima?
“Le nuove tecnologie attualmente disponibili, dalle fonti energetiche innovative alla trasforma- zione eco digitale, forniscono strumenti rivoluzionari per abbattere i costi dei prodotti e dei servizi nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini.
L’Europa e i fondi del Pnrr sono in questa prospettiva un opportunità o rischiano di essere l’ennesima occasione sprecata?
“Sia l’uno che l’altro. Sono un’opportunità perché è forse la prima volta che viene concesso uno stanziamento così cospicuo in riconoscimento dell’eccezionalità della crisi pandemica. Tuttavia l’urgenza di impiegare i fondi nel modo più opportuno e forse anche lo scetticismo di procedere ad investimenti così ingenti, rischiano di ridurre di molto l’impatto che questo finanzia- mento vorrebbe avere nella promozione di politiche economiche rispettose delle necessità ambientali”.