Ecodigital: la nuova sfida di Alfonso Pecoraro Scanio

di Enrico Zarelli

Presidente, l’era della digitalizzazione ha portato enormi cambiamenti. Come si intrecciano, secondo lei, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale?
Oggi, più che mai, non possiamo permetterci di separare innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Questi due concetti devono procedere di pari passo per rispondere alle sfide globali che ci troviamo ad affrontare. La Fondazione UniVerde promuove da anni un approccio che integra tecnologia e sostenibilità, creando opportunità concrete per le imprese e per le nuove generazioni. Crediamo fermamente che la crescita economica non possa più prescindere dalla tutela dell’ambiente. Le aziende che oggi investono in innovazione sostenibile e digitale saranno i leader del mercato di domani. E con questi giovani attivisti e startupper, imprenditori, amministratori e professionisti innovativi è nata la rete Ecodigital per scambiarsi conoscenze e sviluppare proposte e azioni per un cambiamento coraggioso, pacifico ma rivoluzionario.

Cosa significa concretamente “Ecodigital”?
Ecodigital è una sfida che unisce le tecnologie digitali alle pratiche e alle innovazioni sostenibili. È un paradigma che vede la digitalizzazione come un mezzo per ridurre e monitorare l’impatto ambientale e le soluzioni in campo, migliorare l’efficienza delle risorse e promuovere un’economia circolare. Non si tratta solo di applicare tecnologie avanzate, ma di ripensare i processi produttivi in chiave sostenibile. Il nostro obiettivo è creare un’economia in cui la crescita, qualitativa e non solo quantitativa, e la tutela dell’ambiente siano due facce della stessa medaglia.

Qual è il ruolo della rete Ecodigital in questo contesto?
La rete Ecodigital nasce dalla consapevolezza che per affrontare le sfide del nostro tempo non bastano soluzioni isolate. Ho promosso questa rete per creare un punto di incontro tra imprese, start-up, istituzioni e giovani, con l’obiettivo di costruire un futuro sostenibile. La rete favorisce la collaborazione e la condivisione di conoscenze, permettendo a chi ha idee innovative di trovare il supporto necessario per realizzarle. È un vero e proprio catalizzatore di cambiamento, dove competenze e visioni si uniscono per sviluppare soluzioni concrete e sostenibili.

Può darci qualche esempio concreto di come questo approccio sia già in atto?
Un esempio emblematico sono le start-up che operano nell’economia circolare. Queste giovani imprese stanno rivoluzionando il modo in cui produciamo e consumiamo, sviluppando tecnologie per ridurre gli sprechi, riutilizzare materiali e riciclare prodotti. Attraverso l’intelligenza artificiale e la blockchain, queste start-up migliorano l’efficienza e la trasparenza lungo l’intera catena del valore, promuovendo un modello di sviluppo più sostenibile. È una dimostrazione concreta di come la tecnologia possa essere messa al servizio dell’ambiente.

Questo approccio si applica anche ad altri settori?
Assolutamente sì. Pensiamo al settore delle energie rinnovabili: qui le imprese stanno investendo in ricerca e sviluppo per rendere le tecnologie pulite sempre più efficienti e accessibili. L’integrazione di micro-reti energetiche e sistemi di accumulo sta permettendo a molte comunità di diventare più resilienti, riducendo le emissioni di CO2 e migliorando la sicurezza energetica. Anche l’agricoltura sta vivendo una rivoluzione grazie all’agritech: droni, sensori e big data stanno trasformando la produzione alimentare, rendendola più sostenibile e sicura.

Ha parlato del ruolo dei giovani in questa rivoluzione. Quanto è importante il loro contributo?
I giovani sono il vero motore della transizione ecodigital. Con la loro familiarità con le tecnologie digitali e una consapevolezza ambientale senza precedenti, sono i leader del cambiamento che vogliamo vedere. Attraverso Ecodigital, stiamo creando le condizioni affinché possano esprimere al massimo le loro capacità e contribuire attivamente alla costruzione di un futuro sostenibile. Il loro coinvolgimento è essenziale: non sono solo i consumatori di domani, ma anche i prossimi imprenditori, innovatori e decisori. È fondamentale offrire loro gli strumenti e le opportunità per fare la differenza. Del resto, dico spesso che devono organizzarsi per essere la futura classe dirigente in tutti i settori, a cominciare dalla politica, per creare un futuro sostenibile ed evitare il rischio estinzione. Racconto spesso che, da ventenne, mentre tutti o quasi erano democristiani, comunisti, socialisti o fascisti, io fondai i Verdi perché la partitocrazia mi sembrava insensibile a ecologia e legalità. Oggi molti preferiscono non votare, ma invece hanno strumenti formidabili per organizzarsi e determinare un futuro migliore.

Guardando al futuro, quale direzione prenderà la rete Ecodigital?
Sono convinto che la transizione verso un’economia ecodigital non sia solo possibile, ma necessaria. Le imprese che oggi investono in innovazione sostenibile saranno i leader di domani. E i giovani, con la loro energia e creatività, guideranno questo cambiamento. La rete Ecodigital continuerà a crescere, supportando chi vuole fare la differenza. Il futuro è nelle nostre mani e, con l’innovazione e la sostenibilità al centro delle nostre azioni, possiamo davvero costruire un mondo migliore per le generazioni a venire. La transizione ecologica ha bisogno di quella digitale per essere veloce, efficace e costantemente misurata. La transizione digitale deve usare energia rinnovabile e deve essere ecologicamente sostenibile.

Grazie, Presidente, per aver condiviso con noi questa visione.
Grazie a voi per l’opportunità di parlare di un tema così cruciale. Insieme possiamo fare la differenza e costruire un futuro più sostenibile.