di Paolo Cento
Alessandro Filippi, DG di AMA: «Guardiamo al futuro con ottimismo tra nuove risorse e un’impiantistica moderna»
Il giorno dell’insediamento, nel luglio del 2023, si è presentato alla città con l’obiettivo di fare di Ama un’azienda capace di evitare le emergenze. A che punto siamo rispetto all’obiettivo?
Ho parlato sin dal primo giorno dell’obiettivo di una azienda «normale», che fosse capace di program- mare e che non fosse legata alle emergenze del mo- mento. Il sistema vive ancora una fase di fragilità questo non dobbiamo dimenticarlo, ma stiamo met- tendo in cantiere tutte le iniziative necessarie per superare queste fragilità in maniera strutturale perché Roma deve chiudere il suo ciclo dei rifiuti. Nell’ultimo anno abbiamo realizzato un ricambio generazionale che ci ha permesso di inserire in organico circa mille nuovi assunti (in maggioranza under 30) anche grazie ad un nuovo rapporto con le organizzazioni sindacali. Per quanto riguarda gli impianti abbiamo avviato l’iter per delle nuove realizzazioni, abbiamo inaugurato a dicembre un nuovo centro di raccolta (il primo nel Municipio VI), ed è programmato l’avvio per la realizzazione di altri 7 centri entro il 2025. Tutto questo, insieme alla riorganizzazione del servizio e alla modernizzazione dell’Azienda anche grazie alle nuove tecnologie, ci consente di guardare al futuro con maggiore fiducia.
Qual è il futuro strategico di Ama guardando anche le altre aziende simili in Italia e in Europa?
Quello di lavorare per rendere il ciclo dei rifiuti sempre più avanzato e in linea con gli obiettivi dell’eco- nomia circolare, trasformando i rifiuti in risorse e superando il sistema obsoleto delle discariche e degli impianti TMB. Il futuro sta nella raccolta differenziata di qualità e nella chiusura del ciclo dei rifiuti.
La soluzione del problema rifiuti non è parte di un problema più grande che riguarda le condizioni igienico-sanitarie della Città, del suo arredo urbano? In questa prospettiva togliere i cassonetti dalle strade è un obiettivo perseguibile?
Roma è un sistema complesso, dove insistono più città nella città (la città industriale, quella del patrimonio culturale, la città dell’agricoltura e quella dei servizi, ecc.) e il cui territorio è vasto e si articola dai vicoli del centro storico ai grandi fabbricati di peri- feria. È difficile immaginare un unico modello e la rimozione integrale dei cassonetti della raccolta stradale. Ciò non vuol dire che non siano possibili innovazioni. Quando parlo della riorganizzazione del servizio, mi riferisco soprattutto a questo: è necessario immaginare un modello flessibile che si adatti alla varietà urbanistica di Roma, che comprenda la coesistenza di più modelli. Già oggi, a Roma sono servite circa 900mila utenze domestiche con la raccolta porta a porta, sul piano quantitativo il maggior dato nazionale. Con la realizzazione di una raccolta stra- dale più moderna, con contenitori intelligenti, contiamo di incentivare ulteriormente e implementare le percentuali di raccolta differenziata.
Il termovalorizzatore, che molti cittadini e comi- tati non a torto chiamano inceneritore, non rischia di essere una scelta industriale obsoleta, che allontana la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti e ci sottopone ad un rischio di infrazione europea?
Se guardiamo i dati su scala europea vediamo che i Paesi con le più elevate percentuali di raccolta differenziata sono quelli del Nord Europa, dove economia circolare non è solo una parola o un obiettivo, ma una cultura ed una pratica quotidiana e la chiusura del ciclo è assicurata dal WTE (Waste to Energy). Bisogna pensare ad un sistema integrato, crescere nella raccolta differenziata sulle varie frazioni e chiudere il ciclo.
Rifiuti, la grande paura in vista del Giubileo?
Nessuna paura, ma un lavoro quotidiano con obiettivi concreti. Nonostante ancora non abbiamo raggiunto gli standard di efficienza e decoro che ci proponiamo, la situazione in città è nettamente migliorata e continuerà a farlo grazie alle numerose azioni che stiamo mettendo in campo. Grazie all’efficientamento dei processi operativi, la realizzazione dei nuovi impianti, il nuovo sistema di tracciamento, siamo fiduciosi che ci faremo trovare pronti a questo importante appuntamento che vedrà la nostra città al centro dell’attenzione internazionale. Roma ha già ospitato il Giubileo del 2000 e altri grandi eventi e sono fiducioso che, con la collaborazione dei romani, anche questa volta riuscirà a mostrare il suo volto migliore.