Sostenibilità: lo sport scende in campo

Calcio e ambiente, due mondi apparentemente distanti che si incontrano in campo per giocare insieme una partita decisiva: quella della sostenibilità. È questa la visione che anima Sostenabilia, l’iniziativa lanciata dalla FIGC alla fine del 2024 per promuovere un cambiamento culturale e sensibilizzare tifosi, club e istituzioni sportive sull’importanza delle scelte ecologiche e della responsabilità sociale.

Il progetto, innovativo e multidisciplinare, mira a trasformare gli stadi in spazi sostenibili, promuovendo l’efficienza energetica, la riduzione dei rifiuti, la mobilità ecologica e l’educazione ambientale, coinvolgendo direttamente atleti e appassionati. Attraverso eventi, campagne informative e attività di formazione, Sostenabilia.it vuole posizionare il calcio come protagonista positivo della transizione verde, un punto di riferimento per i milioni di persone che seguono questo sport.

Abbiamo incontrato Gabriele Gravina, Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, per comprendere in che modo il calcio possa contribuire concretamente alla sfida ambientale e diventare un esempio virtuoso per tutta la comunità. Dalle azioni concrete già messe in campo alle prospettive future, Gravina ci ha raccontato come la FIGC stia giocando la sua partita più importante: quella per un futuro più verde e sostenibile.

Visione e obiettivi di sostenibilità

Presidente Gravina, qual è stata l’ispirazione dietro la nascita di Sostenabilia, e come si inserisce questa iniziativa nella strategia generale della FIGC?

«Ci siamo accorti che il nostro impegno in campo sociale ed ambientale non veniva comunicato al meglio, o comunque si perdeva nel fiume della comunicazione sportiva mainstream. Ci siamo dotati di una piattaforma ad hoc per rappresentare al meglio, attraverso una modalità di racconto più moderna, tutte le iniziative e i progetti legati alla sostenibilità. In una società in continua evoluzione, infatti, anche il calcio deve adeguarsi alle esigenze contemporanee. In questa ottica, la visione della Federcalcio, che abbraccia diversi ambiti, è stata aggiornata rispetto al passato, abbracciando nuove sensibilità grazie alla definizione della Strategia di Sostenibilità FIGC 2030. Crediamo molto nella multidimensionalità del calcio e nella sua straordinaria capacità di coinvolgimento, sia dentro che fuori il terreno di gioco. La piattaforma si articola in diverse sezioni tematiche.»

Concretezza e risultati ottenuti

Quali obiettivi si propone ciascuna area della piattaforma, e come pensa possano contribuire concretamente al cambiamento?

«La nostra strategia si basa su 11 pilastri (antirazzismo, tutela dei minori e dei giovani, uguaglianza e inclusione, calcio per tutte le abilità, salute e benessere, sostegno ai rifugiati, emergenza e diritti, economia circolare, emergenza climatica, sostenibilità degli eventi, sostenibilità delle infrastrutture), mutuando la struttura di quella UEFA. Vogliamo agire in modo responsabile in tutti questi settori ideando e realizzando progettualità concrete e monitorabili negli anni. Abbiamo l’ambizione di essere d’ispirazione per coinvolgere l’intero mondo del calcio, fino ad arrivare a contaminare positivamente la società civile, che vede nel nostro sport un modello. Sostenabilia.it racconta le attività sviluppate per ciascuna policy con contenuti editoriali verticali per ogni politica d’azione.»

Ci può raccontare qualche iniziativa già avviata che considera particolarmente riuscita?

«L’ideazione e la realizzazione della webserie sull’empowerment femminile “Il Futuro è Donna” rappresenta un esempio positivo di quello che stiamo provando a fare. Abbiamo reso noto uno spaccato del mondo del calcio che spesso resta ignoto. Le tematiche affrontate e la profondità di pensiero delle Azzurre, con il loro punto di vista e la loro testimonianza diretta, sono convinto possano essere un contributo fondamentale per un compiuto processo evolutivo del mondo del calcio.»

Quali sono i risultati più significativi che avete raggiunto finora nell’ambito della sostenibilità sociale?

Per quanto riguarda la Sostenibilità Sociale, gli obiettivi raggiunti sono stati davvero rilevanti. Il campionato della Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale ha raggiunto 4.000 tesserati, con un aumento del 27%. Il progetto “RETE! Refugee Teams”, promosso dal Settore Giovanile e Scolastico, ha coinvolto oltre 10.000 giovani rifugiati in dieci edizioni, con 4.368 partecipanti nelle ultime due.

La Nazionale Rifugiati FIGC ha preso parte a tre edizioni della Unity Euro Cup organizzata dalla UEFA, mentre due gruppi di ragazzi e ragazze ucraini sono stati accolti presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano, insieme a 50 calciatori e allenatori ucraini che hanno partecipato a un training camp dedicato.

Sul tema della formazione in ambito Safeguarding, dalla sua attivazione la FIGC ha erogato 46.000 corsi sulla Piattaforma per la Tutela dei Minori, di cui 15.000 svolti online tra luglio 2023 e dicembre 2024, con la partecipazione attiva di oltre 7.600 membri dello staff federale.

Inoltre, 250 atlete delle squadre Primavera di Serie A femminile hanno preso parte a percorsi formativi sulla leadership. Il progetto di calcio integrato, promosso dal Settore Giovanile e Scolastico FIGC, ha coinvolto oltre 1.000 alunni con disabilità.

Il progetto educativo “Zona Luce”, realizzato nel carcere minorile di Nisida, ha visto due edizioni con il riconoscimento del UEFA Foundation for Children Award 2024.

Per quanto riguarda l’Accessibilità, a partire dalle ultime quattro gare della Nazionale Maschile A è stato attivato il servizio di audiodescrizione per tifosi non vedenti.

Sul fronte della tutela della salute, la FIGC ha effettuato 1.444 controlli antidoping e coinvolto 1.560 studenti nel progetto “Un Goal per la Salute”, in collaborazione con UNICEF e WADA.

L’impegno per la prevenzione oncologica si è concretizzato con tre partnership attive con AIRC, Komen Italia e LILT.

Infine, a seguito dell’alluvione in Emilia-Romagna, la FIGC ha stanziato 720.000 euro per il ripristino delle infrastrutture sportive danneggiate, riaffermando il ruolo del calcio come leva di solidarietà, resilienza e ricostruzione.

E sulla sostenibilità ambientale?

La Federazione ha intrapreso azioni concrete, ma riconosce che la sostenibilità ambientale è l’area con il maggior margine di miglioramento.

Sono stati installati 10 generatori d’acqua potabile nelle sedi FIGC, permettendo l’eliminazione di oltre 12.400 bottiglie di plastica da giugno 2024. Inoltre, sono stati rimossi 9.500 porta-accrediti in plastica precedentemente utilizzati durante le gare delle Nazionali.

Con l’iniziativa “Seminiamo il futuro”, lanciata in occasione di UEFA EURO 2024, la FIGC ha piantato 260 alberi, capaci di assorbire 28 tonnellate di CO₂.

Grazie all’uso del UEFA Carbon Footprint Calculator, è stato possibile calcolare con precisione l’impatto ambientale delle attività federali. Per il Centro Tecnico Federale di Coverciano è stata stimata una produzione annua di 468 tonnellate di CO₂ equivalenti, con un fabbisogno energetico di 900 MWh.

Nell’ambito del progetto Coverciano 3.0, dedicato alla ristrutturazione e valorizzazione delle strutture esistenti, è stato definito un piano strategico per ridurre i consumi energetici, in linea con la strategia di sostenibilità della FIGC.

L’obiettivo è rendere Coverciano un modello infrastrutturale conforme agli standard UEFA, capace di raggiungere l’autosufficienza energetica grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico da 3.810 metri quadri, in grado di soddisfare interamente il fabbisogno del centro tecnico.

In che modo il calcio, attraverso progetti come il vostro, può influenzare positivamente comportamenti virtuosi fra società sportive, tifosi e soprattutto tra le giovani generazioni?

Vogliamo essere d’esempio. Ormai le gare della Nazionale rappresentano un modello di calcio inclusivo per le famiglie e per le persone con disabilità, un contenitore di valore e valori che travalica lo stesso messaggio sportivo.

Ma soprattutto siamo l’ente formatore, in virtù del ruolo che abbiamo con la UEFA e degli obblighi inseriti nei Manuali per le Licenze d’iscrizione, in un’ottica sostenibile. Rientrano in questo percorso i corsi promossi dalla Federazione e la formazione specifica della figura del sustainability manager.

Il resto lo può fare la forza del racconto, con il coinvolgimento di ambassador credibili e l’individuazione di messaggi e modalità di interazione sempre più adatti a un pubblico giovane.”


Quali difficoltà avete incontrato nel promuovere l’approccio sostenibile nel mondo del calcio, e quali strategie avete adottato per superarle?

FIGC ha incontrato diverse difficoltà, strettamente collegate a come viene vissuto il calcio. Una delle principali sfide è rappresentata dalla forte dipendenza dai risultati sportivi: le prestazioni delle Squadre Nazionali (così come quelle dei Club) influenzano direttamente l’attenzione mediatica, l’engagement dei tifosi e il livello di coinvolgimento degli sponsor. Questo rende più complesso mantenere costante la visibilità e l’efficacia delle iniziative di sostenibilità, soprattutto nei periodi di risultati sportivi non impattanti.

A ciò si aggiunge una diversificazione ancora limitata delle fonti di ricavo. Inoltre, la Federazione si confronta con un contesto sempre più competitivo e questo comporta la necessità di innovare le modalità di comunicazione, superando i limiti di quella tradizionale, non sempre incisiva verso le nuove generazioni.

Per rispondere a queste criticità, la FIGC ha adottato strategie precise: abbiamo puntato sulla governance della sostenibilità, coinvolgendo tutte le funzioni federali; abbiamo investito nella costruzione di partnership strategiche, per acquisire competenze tecniche e rafforzare il profilo reputazionale; stiamo progressivamente valorizzando le Nazionali giovanili e femminili, cogliendo l’opportunità offerta dalla crescita del calcio femminile come strumento di inclusione e rinnovamento culturale; abbiamo integrato la sostenibilità nella comunicazione istituzionale, promuovendo campagne sociali e ambientali riconoscibili, coerenti e capaci di coinvolgere i tifosi su tematiche trasversali.


Guardando al futuro, quali sono gli obiettivi strategici a lungo termine della FIGC sul fronte della sostenibilità?

Nel nostro futuro un’accountability caratterizzata dalla massima trasparenza non è “solo” un impegno etico, ma rappresenta uno strumento prezioso, affinché le nostre best practice possano evolvere in modelli replicabili, al fine di ampliarne l’impatto e diffondere la cultura della sostenibilità presso i nostri stakeholder. Il sistema-calcio è costituito da una fitta rete di relazioni tra una pluralità di soggetti che spaziano dal campo agonistico a quello economico, istituzionale e sociale. Per questo motivo, è fondamentale integrare i vari livelli attraverso il consolidamento delle sperimentazioni e delle attività realizzate, affinché l’intera filiera le assimili quali tessere imprescindibili di un mosaico di processi. L’azione della FIGC mira a determinare un “effetto a cascata” che stimoli l’intero ecosistema calcistico”.


Per concludere, Presidente, quale messaggio vuole lasciare ai lettori che vedono nello sport, e nel calcio in particolare, un possibile modello virtuoso di sostenibilità?

La strada è tracciata, a prescindere dal ruolo e dall’impatto che ognuno ha all’interno della società tutti devono contribuire a rendere la nostra società più inclusiva, supportando le persone con maggiori fragilità, e a rendere i luoghi dove viviamo migliori di quanto non siano adesso. La FIGC ha raccolto questa sfida con convinzione ed è scesa in campo.